La Certosa di San Lorenzo o "Certosa di Padula" è la più grande certosa in Italia, seconda soltanto a quella di Grenoble in Francia. Nel 1998 è stata dichiarata Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO. L'impianto architettonico della Certosa di Padula, si divide in due zone: nella prima rientrano i luoghi di lavoro; la seconda, invece, è la zona di residenza dei monaci.
Una grande cinta muraria circondava l'enorme edificio religioso. Intorno alla corte esterna c'era la spezieria, l'abitazione dello speziale e la foresteria. Tra le mura anche il Parco della Certosa di Padula, un tempo "Giardino della clausura". Nella Chiesa della Certosa di San Lorenzo i monaci si ritrovavano in uno dei rari momenti di vita comunitaria. Da un lato sedevano i monaci che non facevano voto di clausura; vicino al presbiterio sedevano invece i padri di clausura che lì arrivavano attraverso un passaggio interno. Di notevole interesse sono l'altare maggiore e il portone di legno di cedro, risalente al 1374. Purtroppo, nella Chiesa come in altri luoghi della Certosa, numerosi spazi vuoti testimoniano della soppressione della Certosa da parte dei francesi agli inizi dell'Ottocento, che provocò la dispersione di numerosi tesori artistici. In un angolo del Chiostro del piccolo Cimitero antico, che i padri di clausura attraversavano per raggiungere la Chiesa, vi è la Cappella del Fondatore che contiene il sarcofago cinquecentesco di Tommaso Sanseverino .
Quando questa zona della Certosa cadde in disuso, i monaci decisero di costruire un nuovo Chiostro. Quest'ultimo, detto "grande" per via delle dimensioni, fu costruito a partire dal 1583, e si sviluppa su due livelli: in basso, il portico con le celle dei padri; in alto, la galleria finestrata utilizzata per la passeggiata settimanale. Uno scalone ellittico a doppia rampa, di stile vanvitelliano, con otto grandi finestroni, unisce i due livelli del Chiostro grande. Alla cella del Priore si giunge dopo aver superato un portone che separa la zona delle celle dei padri da tutti gli ambienti sinora descritti. Il luogo, a differenza delle piccole e austere celle dei monaci, è un appartamento di dieci stanze, caratterizzato soprattutto dall'accesso diretto ad una delle più fornite biblioteche religiose del mondo, che in passato custodiva migliaia tra libri, codici miniati, manoscritti. Una suggestiva scala elicoidale in pietra, si apre a ventaglio e porta all'antisala della grandiosa biblioteca della Certosa di Padula, della quale però restano soltanto duemila volumi.